• Collaborazione e tradizione,
    la forza della comunità.
    Sviluppo di legami sociali per la creazione di un possibile futuro per il territorio
  • Terra di Laghi e Peonie tra i «Sentieri del Grano» Un nuovo patto tra produzione e lavoro per il rilancio dell’economia
  • Cultura e tradizione Gente faghet cosa,
    cosa non faghet gente.

    Le persone producono ricchezza,
    la ricchezza senza le persone non può produrre niente
  • Sviluppo di una visione comune Maggiore conoscenza del territorio e del partenariato locale.
  • Un patrimonio antico e ben radicato La valorizzazione di una cultura tradizionale come base per attività artigianali e industriali di alto livello
  • Produzioni agricole,
    l'eccellenza è di casa
    Ottimizzazione e razionalizzazione di una filiera produttiva capace di completare un paniere agro-alimentare dalla singolare unicità
  • Nuovi orizzonti per il territorio Attrattività turistica sostenibile: risorsa unica per i giovani imprenditori nel rispetto di una comune coscienza ambientale
comune di Escolca

Sindaco: Eugenio Lai (lista civica) dal 31/05/2010

Posizione: 39°42'0"N 9°7'0"E
Altitudine: 416 m s.l.m.
Superficie: 14,72 km²
Abitanti: 616 (censimento 2009)
Pref. telefonico: 0782
Codice ISTAT: 092111
Codice catasto: D431

Escolca (Iscroca in sardo) è un comune di 616 abitanti della provincia di Cagliari. L'economia del paese si basa sull'agricoltura, con coltivazioni di carattere cerealicolo e soprattutto olivicolo. Molto meno diffusa la pastorizia. L'artigianato tipico è costituito da antichi telai per stoffe tradizionali ed impagliatori di cesti. Di particolare interesse è la festa di San Simone, che si svolge nel villaggio disabitato di San Simone, solitamente nel fine settimana successivo alla domenica di Pentecoste.Il borgo agricolo di Escolca è arroccato sulle pendici meridionali della Giara di Serri e guarda la sottostante vallata di Gergei, punteggiata di splendidi oliveti. Il territorio escolchese (colli e pianura, clima temperato e aria purissima) è protetto dal vento di tramontana dall'altopiano di Serri e naturalmente vocato alla coltura dell'olivo e del grano duro.

Olivicoltura

Ad Escolca e nel contiguo Comune di Gergei (a 1,5 km) l'olivicoltura è nel DNA dei residenti come provano gli oliveti familiari sapientemente condotti e l'eccezionale bontà delle olive locali (l'antica varietà mallocria) e dell'olio extravergine. Nei frantoi della zona (uno ad Escolca e due a Gergei) confluiscono anche i raccolti degli oliveti che tappezzano a macchia di leopardo il vasto comprensorio compreso tra Escolca, Gergei e i contrafforti della Barbagia di Seulo. Il frantoio di Escolca ha mole di granito (le molazze) e frange a stagione, da ottobre a gennaio, circa 10.000 quintali di olive. La qualità del prezioso olio viene tutelata fin da raccolta e trasporto dei frutti, per limitarne le ammaccature e avviarli alla molitura in poche ore. Le campagne di Escolca sono ricche di arbusti e querce, che in autunno, quando il maestrale spazza via le foglie secche dai rami, per terra creano una sorta di tappeto. Gli oliveti e le viti ricoprono le colline verdi e quando c'è la bacchiatura o la vendemmia, ci si dirige per stradine strette costeggiate da rovi e cardi. L'aria salubre e fresca, priva di inquinamento rende l'atmosfera piu' armoniosa e piacevole. Ad Escolca appartiene anche un piccolo villaggio, situato al confine con Mandas, chiamato San Simone, dove ci si reca e si fa festa per due giorni all'anno nel mese di giugno.

Consorzio «Gli antichi sentieri del grano»

Un consorzio intercomunale recentemente istituito tra Escolca, Mandas, Gergei, Gesico, Siurgus Donigala, Suelli e Selegas valorizzerà a fini turistici Gli antichi sentieri del grano; i caseggiati rurali e le lolle di San Simone, fino agli anni '50 residenza dei contadini di questi Comuni durante semina e mietitura, saranno ristrutturati e ospiteranno una fattoria didattica dove conoscere l'agricoltura antica e la suggestione di essere circondati solo dal grano (pensate ad un matrimonio od una festa celebrati nell'antica chiesetta tra le messi!).
«Dai Nuraghi alla corona di Spagna» è il nome del progetto, con iniziative in ogni Comune del consorzio: restauro dei centri storici, delle case padronali e dei muretti a secco, che caratterizzano i campi con le loro geometrie incerte e senza tempo. Interventi volti a far riaffiorare l'antico paesaggio delle campagne cerealicole del Sud dell'Isola per offrire al visitatore un comprensorio ricco di monumenti nuragici, di ottimi cibi e di itinerari agrari come ormai pochi in Italia.

Prodotti locali

Lo squisito Olio extravergine di oliva di Escolca è un fruttato leggero di grande pregio e viene commercializzato in Sardegna e all'estero nei punti vendita dei prodotti tipici di qualità superiore; in loco è reperibile al Frantoio Cadoni, da Corte Olias o dai piccoli produttori escolchesi, molti dei quali offrono anche il loro corposo vino rosso, i cui vitigni, nel 1900, ammantavano circa 200 ettari. L'agro produce eccellente grano duro ed eccellente è anche la qualità del pascolo spontaneo di cui godono le numerose greggi escolchesi, il cui latte è in gran parte conferito nei caseifici di Nurri. Un tempo si praticava anche la coltura dello zafferano, attualmente in via di reintroduzione.

Archeologia

Ci troviamo in un comprensorio di importanti monumenti nuragici (Nuraghe IsParas-Isili; santuario Santa Vittoria-Serri); della decina di Nuraghi escolchesi resta sui pendii meridionali della Giara di Serri, il Nuraghe Mogurus (monotorre in basalto - altezza attuale 2,5 m). A circa 10 km da Escolca si trova l'isola amministrativa di San Simone (500 ha, racchiusa tra i Comuni di Gergei, Villanovafranca, Mandas e Gesico); la chiesetta dedicata al Santo guerriero è attorniata da un villaggio rurale abbandonato detto "de isnuraxis" perché sito tra più torri nuragiche in rovina. La stessa chiesa di San Simone fu eretta sui resti di un Nuraghe; a 150 m la affiancano le rovine di un Nuraghe trilobato chiamato dagli Escolchesi su Nuraximannu.

Storia

L'abitato è un continuo saliscendi con fulcro la cinquecentesca tardo-gotica parrocchiale di Santa Cecilia (custodisce una sua seicentesca statua lignea); a circa 1 km da Escolca merita una visita, per l'amenità del paesaggio, la Chiesa campestre Vergine delle Grazie, detta dagli Escolchesi de IsBingias per l'iscrizione sulla sua campana: «S. Maria de isBingias de la villa de Escroca anno Domini MDLXXVIIII» (1579). Nel 1400 nel luogo della Chiesa vi era un Convento di Romitani di S. Agostino che sul finire del secolo ne promossero la costruzione; dopo il 1649 vi aveva sede un Convento dei Padri Trinitari, soppresso con Carta Reale nel 1747 e le cui rendite, insieme a quelle dell'Ospizio di Gergei e del convento di San Bardilio vennero conferite al Convento di S. Lucifero in Cagliari (Martini, Storia Ecclesiastica della Sardegna, vol III). Nel 1876 la Chiesa venne restaurata con offerte della popolazione e ogni 2 luglio vi si celebra la festa della Vergine delle Grazie con molta devozione, trasporto in processione del Simulacro dalla Parrocchia e Messa cantata. Storicamente affluiscono alla processione anche genti di Gergei e Serri. Documenti del IX sec. citano la villa di Escolca come inclusa nella curatoria di Siurgus, facente parte del Giudicato di Cagliari. Della Parrocchiale di S. Cecilia (primo Rettore nel 1576 il sac. Antioco Brughitta) sappiamo che nel 1583 fu ampliata, che il campanile è del 1681 e che l'orologio vi fu collocato nel 1827; l'altare in marmo è del 1804, opera del Rettore Giuseppe Masala. Anticamente era Parrocchia la Chiesa di Santa Lucia, ora un po' fuori paese ma forse centro del primo nucleo di Escolca, dal cui piccolo sagrato terrazzato si gode un ampio panorama su tutta la valle. In primavera il territorio è verde intenso e i prati si colorano con i bei fiori spontanei delle zone interne della Sardegna (pervinche, orchidee, ciclamini).

La festa di San Simone

Il possesso della zona di San Simone e del suo villaggio ha origini incerte, ma la leggenda narra che il borgo era anticamente abitato dai Mori e che una grave epidemia di peste decimò la popolazione; i superstiti chiesero aiuto ed asilo ai villaggi vicini però nessuno volle accoglierli: solo Escolca diede loro ospitalità e così gli antichi abitanti di San Simone donarono i loro terreni in segno di riconoscenza agli escolchesi. La tradizione continua narrando che vi fu una certa opposizione alla donazione da parte degli abitanti di Mandas, i quali sostennero che le terre di San Simone erano molto più vicine al loro territorio, e che quindi gli appartenevano di diritto: i due villaggi si accordarono allora per una prova risolutrice della controversia, aggiogando due buoi (uno per ogni borgo) ad un carro con la statua di San Simone e stabilendo che il territorio sarebbe appartenuto al villaggio nel quale si fosse recato spontaneamente il giogo; fu così che Mandas accettò la perdita dei territori reclamati, chiedendo però che ogni anno durante i festeggiamenti in onore del Santo la statua fosse portata in processione dal borgo di San Simone al paese di Escolca passando anche per Mandas, una tradizione rispettata ancora oggi. Da sempre il villaggio di San Simone è attorniato a perdita d'occhio solo da distese di grano: in primavera un mare compatto di velluto verde, in giugno un trionfo di messi dorate.

FESTE

Santu Liberau (San Liberato) - 11 Settembre
Santa Sitzilia (Santa Cecilia)
Santa Luxia (Santa Lucia)

Scuole

Scuola materna (dell'infanzia)
Scuola elementare (primaria)

 

Dati e foto
Wikipedia, l'enciclopedia libera; sito web istituzionale del comune; matrice socio-economiche Agenzia LAORE
FOTO ©®2012 GAL Sarcidano Barbagia di Seulo, Monni&Pirisi, tutti i diritti riservati.


 

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